Twitter è un social network affascinante, incuriosisce e consente agli iscritti di essere informati in tempo reale. Si tratta di un luogo con utenti molto attivi, attenti, pronti al dialogo e alla condivisione.
Qui nascono star, nascono dibattiti, nasce un po’ di vita. Ed ecco perché personalmente lo adoro e professionalmente lo amo.
Problematiche su Twitter
Ho sempre visto Twitter come uno strumento dalle grandi potenzialità che consente agli utilizzatori di aprire una finestra sul mondo: i punti di vista si incontrano e scontrano, in pochi click.
Tuttavia, proprio attraverso la mia presenza su Twitter ho riscontrato che non tutti lo utilizzano come dovrebbero. Spesso c’è confusione, si creano battibecchi pesanti, si tende ad essere individualisti, narcisisti, quasi arrivisti. In tanti si disumanizzano, diventano robot, automatizzando i processi comunicativi e ledendo in tal modo loro stessi e chi è attorno.
Sicuramente avrai notato, se sei un utenti Twitter, che spesso si tende a rendere la comunicazione quasi fredda, poco viva e vissuta.
A volte, quando sbircio tra i Tweet e nelle tendenze, mi accorgo di quanto le persone si ostinino a privilegiare loro stessi e non il dibattito. Utenti attivi certamente, ma leggermente chiusi nel loro guscio: condividono opinioni, foto, immagini, come se dall’altra parte ci fosse una platea impossibilitata a rispondere.
Twitter non è comunicazione unidirezionale!Click To TweetLa comunicazione unidirezionale sui Social
Il problema principale è infatti ritenere i social – in questo caso Twitter – come luoghi con una comunicazione unidirezionale. Ciò è estremamente sbagliato poiché tali luoghi sono comunità, qui tutti hanno pari diritti e doveri e nessuno “ha più peso” di qualcun altro. Non ci sono persone (utenti) che contano più di altri e non si deve pretendere di imprimere la nostra immagine come capi assoluti ritenendo il proprio pubblico esclusivamente “ricevente”.
Comunicare in modo unidirezionale è un errore comune ai non esperti, ma anche a molti colleghi (Social Media Manager, Social Media Specialist, Marketer e affini) che – arrivati sul podio (quando si parla di “influencer”) – smettono totalmente (o, forse, non hanno mai iniziato) di rispondere e interagire con gli altri.
“Tu non sai chi sono io”: una risposta ricevuta da una collega che, parecchio esaltata, non si è presentata e non mi ha reso possibile interagire attraverso il mio Direct Message. Questa ragazza si è palesemente dimostrata come tanti altri che pensano: “tanto io lavoro per l’agenzia X e tu non sei nessuno”.
Se fossi in te starei alla larga da gente che si comporta come ho appena descritto. Rischieresti di imparare cose sbagliate e di assorbire un modo di fare assolutamente non condivisibile sui social, soprattutto in ambito Social Media Marketing.
Inoltre, lavorare per le grandi agenzie di Web Marketing, non autorizza a essere maleducati, a comportarsi come adolescenti o – peggio – a non perseguire gli obiettivi impliciti quando si è nella comunità: essere partecipativi.
Follower e Following
Sempre in tema di problematiche riscontrate, vorrei parlarti del “se ha tanti following quanti sono i follower è da considerarsi un profilo poco attendibile”. Senza dubbi, anche qui, c’è qualche mito da sfatare poiché le credenze spesso ingannano.
Trovo legittimo avere tanti “seguiti” quanti sono i “seguaci”: il presupposto è che si tratta di una comunità e come tale dobbiamo renderci pari agli altri. Perché, altrimenti, non seguire chi ci segue (chi ci segue, seguendoci, ha già fatto il primo passo)?
Non seguire chi ci segue è un grave segno di asocialità, non ammissibile su Twitter, giusto? Se non si vuole stare al gioco, perché iscriversi? Non è un approccio sensato.
Personalmente, se inizio a seguire qualcuno (perché lo trovo interessante o perché ha i miei stessi interessi), mi aspetto come minimo che questo faccia la stessa cosa. Altrimenti come è possibile iniziare una conversazione, scambiarsi idee, se fin dal principio viene troncata ogni possibilità e dimostrazione di interesse?
Professionisti e non, cosa evitare?
Ecco le tre cose da evitare su Twitter che valgono per i non addetti ai lavori e pure per i consulenti, i Social Media Manager, i Social Media Specialist e tutte le figure assimilabili al Social Media Marketing.
Primo errore: pubblicare troppi Tweet
La regola da utilizzare e da ricordare è una, molto semplice: pubblicare solo quando si ha qualcosa da dire, non tanto per farlo. In molti vivono di false credenze: pubblicare spesso, spessissimo, porta grandi risultati. Questo non è del tutto vero. I risultati ci sono qualora ciò che viene pubblicato suscita interesse.
Ad esempio, se condividi 20 Tweet al giorno e nessuno interagisce, non è un buon risultato.
Diversamente è se quei 20 Tweet suscitano tutti grande interesse: solo in questo caso consiglio di proseguire perché significa che gli argomenti trattati riscuotono successo provocando coinvolgimento.
Indicativamente un Tweet al giorno può andar bene. Ad ogni modo, suggerisco sempre di studiare una strategia, di definire un piano, anche sulla base della audience, e iniziare a pubblicare solo dopo aver individuato degli obiettivi.
Secondo errore: non ricambiare il follow
Non ricambiare il follow, ne ho parlato nel paragrafo precedente, potrebbe rivelarsi controproducente. Appariresti asociale, poco propenso alla vita da utenti Twitter, creando dubbi in chi da te si aspetta un “segnale”.
Cerca di essere cordiale, di fare il possibile per ricambiare l’amicizia. Non stare sulle tue, non comportarti da star, quello lasciamolo fare ai personaggi veri che possono vantare milioni di follower (guarda gli account delle star della musica, i politici, i calciatori, i giornalisti e chi più ne ha ne metta).
Terzo errore: non partecipare
Come nella vita reale, anche sui social bisogna partecipare. Partecipare significa essere attivi, creare attività e seguire il più possibile i dibattiti di tendenza oltre che dare opinioni rispondendo ai Tweet dei propri follower.
Essere parte di una comunità virtuale implica tutto questo, tutto questo si rivelerà davvero utile: imparerai tanto, rimarrai aggiornati, potrai farti notare per ciò che sei.
Conclusioni
In questo articolo ti ho parlato della mia esperienza da utente Twitter, evidenziando alcune problematiche dannose per chi si accinge a iscriversi, per chi è già iscritto o – ancora – per gli stessi professionisti del Web.
Infine, ho delineato i tre errori comuni da evitare per migliorarti e partire alla grande su Twitter.
Come sempre, mi auguro di non aver annoiato, di non essere stata ridondante, e di averti dato in qualche modo informazioni utili alla tua vita social.
Attendo i tuoi commenti qui sotto ed ti aspetto sul mio account Twitter per conoscerci meglio.
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