Pesche, albicocche, mele, susine, pere, fichi… Questi deliziosi frutti sono il risultato di particolari specie vegetali, sia coltivate che, più raramente, spontanee, comunemente identificate con il termine “alberi da frutto”. Non è affatto insolito trovarli nei giardini, dove vengono apprezzati sia per il loro valore ornamentale – basti pensare alla straordinaria fioritura del pesco – sia per la possibilità di raccogliere frutti freschi e genuini direttamente a casa propria. Continua a leggere per scoprire il momento migliore per concimare questi preziosi alberi.
Gli alberi da frutto: cosa sono?
Tra le numerose specie vegetali di tipo arboreo, gli alberi da frutto occupano un posto di rilievo. Si tratta di piante capaci di produrre frutti commestibili e, proprio per questa caratteristica, sono largamente coltivate sia in orti che in giardini. I frutti ottenuti sono estremamente vari per tipologia, stagionalità e proprietà organolettiche. Il gruppo delle piante da frutto, come vedremo, è davvero vasto e ricco di varietà.

La principale ragione che spinge alla coltivazione degli alberi da frutto è senza dubbio la loro capacità produttiva. Tuttavia, come già accennato, non si tratta solo di raccolto: molte di queste piante sono anche estremamente decorative. Il melograno, ad esempio, con i suoi vivaci colori, rappresenta una scelta eccellente per valorizzare gli spazi verdi; i fiori del pesco, invece, regalano uno spettacolo unico durante la primavera.
Inoltre, la presenza di alberi da frutto in agricoltura contribuisce in modo significativo alla promozione della biodiversità, elemento essenziale per la salute degli ecosistemi agricoli. Queste piante, generalmente perenni, presentano esigenze specifiche in base alla specie: richiedono cure particolari in termini di concimazione, irrigazione, potatura e gestione del terreno.
Alcuni classici esempi
Immagina di assaporare una mela appena colta dall’albero: il suo gusto dolce, arricchito da una leggera nota acidula, si sprigiona al primo morso, offrendo un’esperienza sensoriale unica. Il melo, che produce questi frutti, è una delle coltivazioni più diffuse nel nord Italia, con particolare concentrazione in Trentino, dove rappresenta una vera eccellenza agricola.

Il fico, pianta simbolo delle regioni mediterranee, è molto diffuso negli orti e nei giardini del centro e sud Italia grazie alla sua straordinaria resistenza e adattabilità: richiede poche cure, tollera bene i terreni poveri e si dimostra robusto anche in condizioni meno favorevoli. Un altro esempio emblematico di pianta da frutto è il ciliegio.
Il ciliegio, rispetto al fico, è decisamente più esigente: predilige terreni ben drenati e posizioni soleggiate, e necessita di attenzioni costanti per prevenire malattie che potrebbero comprometterne la produttività. Ma l’elenco non finisce qui! Anche peri, peschi, albicocchi e susini fanno parte di questo vasto e affascinante gruppo di piante da frutto, ognuna con le proprie peculiarità.
Alcune pratiche colturali: la concimazione
Tra le pratiche agronomiche fondamentali per gli alberi da frutto, la concimazione riveste un ruolo centrale: fornisce alle piante i nutrienti necessari per sostenere la crescita e garantire un raccolto abbondante e di qualità. Il mese di aprile è considerato il periodo ideale per questa operazione, poiché coincide con la fase di fioritura, momento cruciale per lo sviluppo dei frutti.

Apportare i nutrienti giusti in questa fase permette di favorire l’allegagione, ovvero la trasformazione dei fiori in frutti, assicurando così una produzione ottimale. Non bisogna dimenticare che l’obiettivo principale della coltivazione degli alberi da frutto è proprio quello di ottenere il maggior numero possibile di frutti sani e gustosi.
Per quanto riguarda la scelta del concime, esistono diverse opzioni: i concimi organici, come letame maturo o compost, migliorano la struttura del terreno e offrono un apporto equilibrato di sostanze nutritive; i concimi minerali, invece, sono ricchi di elementi specifici come zolfo, fosforo e potassio, indispensabili per la crescita e la fruttificazione.
Quando e come concimare nel mese di aprile?
Secondo la tradizione contadina, molti agricoltori e appassionati scelgono di seguire le fasi lunari per la concimazione: la fase di Luna crescente è considerata particolarmente favorevole per l’apporto di concime agli alberi da frutto, mentre con la Luna piena si consiglia di intensificare la fertilizzazione. Durante la fase di Luna calante, invece, è preferibile dedicarsi alle lavorazioni del terreno.

Quando si decide di procedere con la concimazione, è fondamentale evitare errori che potrebbero compromettere la salute delle piante e la qualità del raccolto. Ad esempio, un eccesso di concime può causare squilibri nutrizionali e persino danneggiare le radici, mentre una carenza di irrigazione dopo la concimazione rende inefficace l’apporto di nutrienti, poiché questi non riescono a raggiungere le radici.
Per questo motivo, è essenziale irrigare adeguatamente dopo aver concimato, così da facilitare l’assorbimento dei nutrienti. I concimi più indicati sono quelli che contengono fosforo, potassio e azoto in proporzioni bilanciate. In caso di dubbi o esigenze particolari, è sempre consigliabile rivolgersi a vivaisti esperti o professionisti del settore, che sapranno fornire suggerimenti personalizzati e mirati.